lunedì 31 agosto 2009

Il Giappone alle urne: il partito democratico assapora il suo trionfo

Finisce mezzo secolo di dominio liberale


YOKOSUKA (Giappone) — Oggi si vota. E per vederci chiaro, sul banchetto all’in gresso del comitato elettorale di Shinjiro Koizumi, sono a disposizione dei simpatizzan ti alcune paia di occhiali. Da presbite. Perché il Partito libe raldemocratico, Ldp, è un par tito ormai per vecchi. Lo san no anche i giovani, qual è Shinjiro — figlio dell’ex pre mier Junichiro Koizumi — che va alla conquista del seg­gio di famiglia, a Yokosuka, sud di Tokyo. Venerdì all’ora di pranzo ha tenuto uno degli ultimi comizi, in un centro per pensionati nella vicina Kurihama. Al maestro di tè Tokuichiro Hashimoto il ra gazzo, classe 1981, piace: «Ce la farà», peccato che ad ascol tarlo fossero solo anziani. È anche per la conclamata invo luzione geriatrica dell’Ldp che il Partito democratico (Dpj) è quasi certo di festeg giare stasera la vittoria e do mani governare. «Solo in Ci na, Nord Corea e da noi ha sempre comandato lo stesso partito», sorride Tetsundo Iwakuni, deputato uscente del Dpj: e dopo 54 anni di po tere liberaldemocratico quasi ininterrotto «si cambia», oba mianamente.

Non che Iwakuni sia un giovanotto. Almeno non si ri presenta. Circa il 40% dei can didati liberaldemocratici è fi glio, nipote e/o pronipote di deputati. Tra i democratici la percentuale è la metà. Il nepo tismo dell’Ldp ha contribuito a esasperare un elettorato già provato dalla crisi, ora che la disoccupazione ha raggiunto il massimo dalla guerra, 5,7% in luglio. E poi c’è la burocra zia, che il Dpj (ottimista) pro mette di sfoltire: «I giappone si danno la patente ai politici — scherza col Corriere Iwaku ni — ma poi si fanno governa re dai burocrati, che guidano senza patente. Basta».

No al nepotismo, no alla burocrazia, no al solito parti to. Gli slogan dei democratici sono semplici, anche se dilui ti in un «Manifesto» in 55 pa ragrafi che si prefigge di «far sì che la politica lavori per la vita della gente». Il leader del Dpj, Yukio Hatoyama, sem bra aver convinto. Piacciono le proposte di abbassare le tasse, di assicurare un sussi dio mensile di 270 dollari per ogni bambino e aiuti ai conta dini, azzerare i pedaggi auto stradali, il tutto tagliando gli sprechi. L’Ldp del premier uscente Taro Aso grida inva no che è un piano insostenibi le, 179 miliardi di dollari a pieno regime. Grande visio ne o astuta demagogia che sia, il messaggio di Hatoyama funziona: stando ai sondaggi, dovrebbe consegnare al Dpj la maggioranza assoluta, for se la maggioranza qualificata, cioè i due terzi dei 480 seggi della Camera Bassa che dareb bero al governo il controllo su ogni provvedimento.

L’agenda di Hatoyama sem bra abbastanza generica da non scontentare nessuno. In politica estera mette al primo punto la «costruzione di una stretta e paritaria alleanza Giappone-Usa» ma prevede «la revisione dell’accordo» sulle forze militari americane nell’arcipelago, 47 mila uomi ni. Qualche iniziativa è un pe gno da pagare: come la rinun cia alla missione navale d’ap poggio alle operazioni Usa in Afghanistan, promessa ai so cialdemocratici, alleati picco li ma preziosi al Senato. «Con gli Usa — dice ancora Iwaku ni — siamo d’accordo sul 70% delle questioni. Il vocabo lario dell’Ldp non prevedeva il 'no', riguardo a Washing ton. Ma conosco gli america ni e so che qualche 'no' fa be ne all’amicizia. Con Obama ci intenderemo».

Una delle basi statunitensi è proprio a Yokosuka, lunedì comitati di cittadini hanno protestato contro la portaerei nucleare Nimitz . Tuttavia non è su quello che si decide la partita. Tutt’altro: «Pesa la crisi. Ce ne danno la colpa, ma noi non c’entriamo», si la menta con il Corriere un boss dell’Ldp, Takashi Sasagawa, all’ottava elezione a Gunma. I democratici, invece, hanno al tre paure: che la folla di depu tati nuovi e giovani non sia abbastanza coesa, che non sappia resistere ai ricatti e al le lusinghe dei burocrati e dei potentati economici, che af fiorino le anime del Dpj, ibri do costituito da fuoriusciti li beraldemocratici, ex sociali sti, cani sciolti.

Lo stesso Hatoyama, che pure ha co-fondato il Dpj, è un ex dell’Ldp. Il Partito de mocratico non è immunizza to contro le scissioni. Ma, nel la domenica della vittoria an nunciata, sono timori veniali. Scaramanzia. Le paure vere verranno governando.


(Fonte Corriere della Sera : http://www.corriere.it/esteri/09_agosto_30/delcorona_ecf5bb22-9538-11de-8421-00144f02aabc.shtml?fr=box_primopiano)

mercoledì 1 aprile 2009

Jet Programme 2009


"Progetto, nato nel 1987, promosso dal Consiglio degli Enti Locali in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri, dell'Istruzione, degli Interni e CLAIR (Council for Local Authorities for International Relations) con l'obiettivo di offrire a giovani stranieri l'opportunità di prestare servizio nei governi locali e nelle scuole medie inferiori e superiori, sia pubbliche che private. Il programma si basa sull'intensificazione dell'insegnamento delle lingue straniere in Giappone e sulla promozione degli scambi internazionali.

 

     Nell'ambito del JET Programme 2009 l'amministrazione locale di Azuchi-chō (Shiga-ken) ha fatto richiesta di un cittadino italiano, laureato, che sia interessato a lavorare nella posizione di CIR (Coordinator for International Relations).

    I candidati dovranno avere, preferibilmente, un'età inferiore a 40 anni, al 1° aprile 2009, essere in possesso di una laurea e avere un'ottima conoscenza della lingua italiana, inglese e giapponese e, preferibilmente, della lingua portoghese. Il programma avrà decorrenza dal 2 agosto 2009 (partenza prevista per il primo agosto)."


Questo è il testo riportato sulla pagina dell'Ambasciata Giapponese. Ovviamente, con la mia solita fortuna, proprio nell'anno in cui decido di inoltrare la mia candidatura c'è solamente un posto disponibile. Amen. Ormai il dado è tratto. I moduli sono stati spediti, l'ambasciata ha ricevuto il pacco e adesso devo solo aspettare per sapere se sarò tra i selezionati per il colloquio orale.

Le speranze sono davvero poche ma non mi arrenderò. Fate il tifo per me.